Viaggio fotografico nel sud della Francia attraversando alcuni paesi a ridosso del Rodano. Lione, Vienne, Tournon, Avignone, Les Baux, Nimes, Arles, Tarascona, Beaucaire, Marsiglia, ispirato dal libro di Joseph Roth:
Le città bianche-.
Per tre mesi, fra il settembre e il novembre 1925, Roth vagabondò per il Sud della Francia. Quel viaggio fu accompagnato, per lui, da un senso di liberazione: a trent'anni scopriva le "città bianche" della Provenza, che aveva soganto durante una grigia infanzia. E al tempo stesso sentiva allontanarsi ogni oppressiva germanicità. Sperimentava un nuovo modo di respirare: "Ho guadagnato la libertà di passeggiare, tra signore e signori, tra cantanti di strada e mendicanti, con le mani nelle tasche dei calzoni, una contromarca di guardaroba appuntata sul cappello e un ombrello rotto in mano".
Il Sud che si schiudeva ai suoi occhi con i suoi tre colori fondamentali - "la pietra bianca, il cielo blu, il verde scuro dei giardini" -, sembrava ancora ignaro "delle valanghe che lentamente rotolano verso di noi".
Così nacquero queste pagine, tra le più felici di Roth. Felici per l'euforia da cui emanano, e felici anche per lo stile mirabilmente terso e sinuoso. Roth s'inoltrò nel Sud della Francia come nell'"infanzia dell'Europa", dove erano confluite "le più disparate linfe vitali" senza perdere nulla della loro peculiarità. Quel passato e quella natura gli apparverò come la prefigurazione dell'unico avvenire in cui avrebbe voluto vivere.
Lasciando il paese luminoso che fino a pochi giorni prima gli era ignoto e dove ora si sentiva già " a casa propria", Roth sapeva di portare "con sè ciò che di più prezioso una patria può donare: la nostalgia".