THE MAN-SCAPE AND ITS LINES OF DESTINY
È un occhio allenato al rigore della grafica, quello del milanese Antonio Lavacca che punta il proprio obiettivo sugli spazi urbani della propria città
restituendocene una sorta di "dilatazione" spazio-temporale.
Lo vediamo nella sua Piazza della Scala popolata di tranquilli fantasmi serotini,
in una Porta Genova squillante di nitidi bianchi, nella quinta di angeli terrestri intenti ad invidiare il volo dei colombi nella Piazza del Duomo, nelle metafisiche
e surreali presenze dechirichiane del Parco Sempione addomesticate dal gioco quotidiano, nel folgorato disco solare di Pomodoro che catalizza le linee prospettiche di Piazza Meda, nel cinemascope
d'Amani che chiude la fuga del selciato di via Cusani, nel verdeggiante mostro bomarziano che risucchia verso il cancello di Palazzo Reale.
Un grande intreccio di linee di forza percorre le immagini di Antonio Lavacca: linee che - imponendosi al nostro sguardo - sembrano evocare quelle forze misteriose
che disegnano le piste del destino.
Su cui i passi degli uomini sono quasi per magia attirati, lungo percorsi obbligati verso poli magnetici in cui si condensa la presenza umana.
È un paesaggio d'uomo, indubbiamente, quello che ci propone il bravo fotografo: ma non perché esso è segnato dalle sue "opere": palazzi, asfalto, rotaie, monumenti, fontane.
È un " paesaggio d'uomo" perché - anche quando nelI 'immagine è completamente assente - l 'uomo rappresenta la misura e la chiave d'interpretazione ~ dell'ambiente.
È così - attraverso lo sguardo magico di Antonio Lavacca - che Milano recupera il proprio senso e la propria identità.
Lanfranco Colombo